Strada provinciale 72 di Lonnano e Prato alle Cogne

La strada, con il nome di via Tramontani, si dirama dalla provinciale 310 al km … in Pratovecchio, con una brusca curva a sinistra. Come in molti altri casi, non so perché, la tabella del chilometro zero non si trova.

L’autista paziente che mi accompagna è sempre la mia consorte, Marilena.

Quasi subito dopo si attraversa il passaggio a livello della linea privata che congiunge i paesi del Casentino con Arezzo.

La strada prosegue in leggera salita tra case monofamiliari e coltivi di varia natura.

Questi campi sono qui da chissà quanto tempo, in aree ricavate probabilmente da foreste nella piana che l’Arno ha creato in chissà quanto tempo.

Lungo la strada molti alberi sono residuali di colture sostituite da altre, come ad esempio l’acero campestre che era l’appoggio della vite ed il noce discendente da qualche avo che campeggiava in un pascolo poi trasformato.

Come quelli, che sembrano proteggere la tabella del km 1 sulla quale si sono formati dei licheni.

 

Si incontrano altri aceri, noci, querce con portamento arbustivo e l’ormai l’onnipresente robinia.

 

Dopo il km 1 si esce dall’abitato di Pratovecchio. Passando rapidi, e guardando a sinistra, si può apprezzare un bel recupero edilizio.

Poco dopo la strada curva bruscamente a sinistra, con della segnaletica di interesse vario, a seconda degli interessi.

 

Una scritta vistosa su un muro mi riporta ad un presente anche simpatico, con un incitamento a Polli, probabilmente un rallista perché questa, se ho ben compreso, in un suo breve tratto, è una delle strade interessate al rally del Casentino.

Qui si dovrebbero svolgere le sezioni di prova, il cosiddetto ‘shakedown’.

Salendo la curva ci lasciamo alle spalle il bel rumore del torrente Fiumicello, uno dei corsi d’acqua utilizzati per il trasporto del legname dalle soprastanti foreste, una delle ‘vie dei legni’.

 

Entro il km 3 una tabella invoglia ad una brevissima deviazione a destra.

A differenza di molte altre occasioni simili, troviamo la porta aperta da una cortese signora che accende anche la luce sul quadro dell’altare maggiore: e un quadretto, preannunciato anche dalla tabella, si illumina dei suoi ori.

La signora ci mostra anche la pietra rinvenuta in un momento imprecisato delle vicende della chiesetta, come ci informa un libretto esauriente e appassionato ‘Valiana di Pratovecchio’ (1) che volentieri acquistiamo.

La signora ci mostra anche l’architrave originario con la data della fondazione, 1126.

Qui è davvero tutto minuscolo: il luogo di culto, la rappresentazione sacra, la fontana a lato del piazzaletto.

Di maestoso è ciò che si ammira da questo, la corona del superbo Pratomagno che fa da cornice alla vallata sottostante.

La strada prosegue con curve e controcurve, una buona strada da competizione, per quanto ci capisca.

 

Nel km 4 incontriamo il silenzioso borgo di Lonnano.

 

Dopo qualche altra curva, una molto stretta, a destra, pochissimo prima del km 5, ci fa deviare per un altro luogo di culto.

 

Oltre a quanto descritto da questa tabella si può cercare in …..

Usciti dal paese, sempre nel km 5, vedo una bella edicola, restaurata nel 2007 in memoria di nonna Alberta e di tutti i nonni di Lonnano. E il piacere di osservare si combina con il rispetto per coloro che hanno avuto questa idea.

Da questo punto, a destra, in una vallata, si vede il paese di Casalino.

 

Al chilometro 6 si trova una delle porte per uno dei nostri patrimoni.

Poi incontriamo un’altra frazione del sottostante comune, ora Pratovecchio-Stia.

 

Da questo punto la vegetazione si fa più consona al sito di rispetto nel quale siamo entrati.

Pochissimo prima del km 7 incontriamo un’altra piccola costruzione devozionale. È un segno.

A qualcuno potrebbe non piacere questo moltiplicarsi di piccoli edifici religiosi ma è un dato di fatto e, certamente, una visione della vita.

 

Sopra questa piccola costruzione grava un altro segno, la necessità di energia di natura non spirituale.

 

A Vallolmo si nota ai lati della strada altra vegetazione residuale, quella del castagno. Qui, però, non vive in stato di abbandono anzi sembra che sia stata seguita e recuperata da qualche serio problema. Probabilmente le autorità del Parco hanno svolto un ruolo in questa operazione.

A sinistra si può notare uno spazio curato che mette in risalto queste creature che, per moltissimo tempo, hanno costituito un bene fondamentale per la sopravvivenza di umani e non.

Dal km 9 vegetazione si fa sempre più consona alla mia idea di Parco, maggiormente prossima alla selvatichezza e al naturale …….

 

Al Km 10 si può notare la sbarra alzata che viene utilizzata in caso di impedimenti per neve e ghiaccio.

 

Nel Km 11 si incontra la località detta Croce Gaggi. In precedenza si trova il Prato alle Cogna, come viene indicata da una carta per i sentieri che da qui si diramano per inoltrarsi nello spirito profondo della foresta. O solamente per farsi una bella e faticosa camminata.

La tabella di Croce Gaggi spiega in cosa consiste la cosiddetta Via dei legni a cui ho fatto cenno all’inizio.

E qui ha termine anche il comune da cui eravamo partiti.

 

 

Gli ultimi chilometri sono immersi nelle faggete, nelle abetaie con compagnie di aceri, carpini e altre mille essenze in un grande quadro di ombre, penombre, luci calde e odori; e quant’altro ognuno desidera vedere o sentire.

Questo è l’ultimo chilometro e come indicato dal cartello c’è l’innesto della provinciale percorsa con la 69 che porta ad un altro luogo ….

 

 

 

BIBLIOGRAFIA

 

Valiana di Pratovecchio a cura di Francesco Pasetto – Arti grafiche Cianferoni 1999