Strada provinciale 310/4R del Bidente

Denominerei, impropriamente, questo itinerario ‘interregionale’ per due ragioni: la prima, ovviamente, perché interessa due regioni, la seconda perché nei due ambiti di competenza, varia di numerazione. In Toscana mantiene quello della ex statale, in Romagna assume quello di provinciale 4R.

Il fiume Bidente è corso d’acqua complicato, quasi un grande collettore di rivi

Un articolo interessante su questo corso può essere trovato all’indirizzo  www.appenninoromagnolo.it/valli/bidente.asp, all’interno del quale vi è un riferimento anche a questa strada.

Inizialmente la strada percorre la piana dell’Arno; proseguendo, passate le magnifiche foreste del Parco nazionale del Casentino, segue il corso del fiume da cui ricava la denominazione.

 

La provinciale 310 ha inizio in questo punto: alla rotonda di Campaldino, un luogo di antica memoria. Tutti conosciamo la battaglia avvenuta nel 1289 tra le potenze di Firenze e quelle aretine, alleati compresi. Ho già fatto cenno a questo avvenimento trattando della regionale 70 della Consuma, che qui incontra la 310.

Abbandonato l’itinerario della 70, accompagnato da mia moglie, abile guidatrice, mi avvio subito alla scoperta dell’altro. Siamo nel comune di Poppi.

Alla nostra destra, per un tratto ci accompagna la linea ferroviaria privata della TFT.

Si attraversa un primo passaggio a livello.

Usciti dal comune di Poppi, immediatamente dopo, si entra nel comune di Pratovecchio Stia.

Dopo la fine della frazione di Porrena, a destra si trova un complesso industriale  per restauro di vetture ferroviarie. All’interno della recinzione vedo un vecchio treno che mi sembra essere il relitto del Settebello, un vecchio treno da molto tempo in disuso ed ora proprio malridotto.

Lo fotografo stando quasi sulla linea ferroviaria che vi scorre accanto.

Avverto un po’di nostalgia perché vi ho viaggiato molti anni fa.

Osservando alla nostra sinistra, si vedono in altura, i resti del castello di Romena.

Si attraversa un secondo passaggio a livello della linea ferroviaria privata.

Al km 5 e 200 si trova la tabella imperiosa dell’abitato di Pratovecchio.

Questa è supportata da altre informazioni, non di scarsa rilevanza, riguardanti il comune che lo comprende nel comune associato di Pratovecchio-Stia.

Al chilometro… a destra si incontra la pieve di Santa Maria a Poppiena. Per qualche informazione si può dare un’occhiata all’indirizzo …., (W)

Uno stretto ingresso porta alla stessa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si lascia alla sinistra il centro di Pratovecchio.

Al chilometro 7 + 300 si incontra una rotonda con un monumento e la stazione Stia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Entro il km 7 si incontra l’ingresso del paese di Stia. Su questa, immancabile, rotonda un’installazione. Questa è la sua titolazione: ‘Soffio di vita per l’Etruria’. (W)

 

 

 

Stia ha un centro antico contenuto e molto ben conservato. Per notizie su Stia…. (W).

Una piccola curiosità: il paese è stato utilizzato come location per il film ‘Il ciclone’.

La strada curva bruscamente a destra con indicazioni per molti luoghi di interesse.

 

Seguendo l’itinerario si oltrepassa il torrente Staggia, affluente dell’Arno. Su questo corso d’acqua si trova un allevamento di trote, una volta creature molto presenti in queste acque.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ad un bivio con la provinciale 556, un’indicazione ci fornisce la destinazione finale: Forlì.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si nota il cartello per il castello di Porciano. il luogo merita una deviazione per l’interesse del piccolo borgo che gravita attorno al castello. Della fortezza rimangono poche vestigia (W)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tintoria è una delle località del comune; il nome farebbe supporre a quale scopo fosse destinato il luogo. Di questa località ho avuto esauriente informazioni da un abitante del luogo: qui vi era veramente una tintoria che tingeva le lane utilizzate per le manifatture per cui Stia era famosa.

A valle della via interna che si ora a destra vi è un allevamento di trote. Sembra che una delle finalità dell’attività sia quello di riproduzione della trota iridea, quasi scomparsa dai corsi della zona.

Da questo punto la strada comincia a salire.

Al chilometro 9 + 300 incontra la frazione di Papiano.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le due specialità reclamizzate trovano reale riscontro nella ristorazione, anche se vengono proposte in altre località qui vicino.

Superato il bivio per Papiano alto, quasi al km 11,  si incontra l’inizio del parco nazionale delle foreste casentinesi.

Lentamente la vegetazione entra in uno stato di purezza lontano dalle zone antropizzate

Cominciano le foreste di faggi, aceri e abeti bianchi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si supera la frazione di Gaviserri sempre nel comune di Pratovecchio-Stia. (Controllare ubicazione frazione).

La strada continua a salire, incorniciata dai seducenti alberi di latifoglie e aghifoglie, patrimonio pubblico. Bisogna ammettere, percorrendone qualche suo sentiero, che vi è un rispetto molto forte verso questo bene insostituibile.

 

Al km 24 si incontra il Passo della Calla con l sua tabella doverosamente decorata da adesivi che interessano solamente coloro che ce li hanno appiccicati. Scorrendone i loghi a me viene spontaneo pensare: ma cosa mi importa se i Lions di Ravenna sono passati di qua. Resta solamente la traccia di una, benevolmente espressa, leggerezza motivata da un autorefenziamento inutile ai molti che frequentano questo luogo. Troppa facile moralismo mi ha spinto a proporre questa superficiale notazione. Ma tant’è.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lentamente la vegetazione entra in uno stato di purezza lontano dalle zone antropizzate

Cominciano le foreste di faggi, aceri e abeti bianchi. Tutta la foresta ha origine da un millenario lavoro umano. Non vi sono parti che abbiamo origine da soggetti sopravissuti a questo intervento che, però, ha lasciato un patrimonio d’incommensurabile bellezza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A questo km 24 ha termine la giurisdizione Toscana, delegata alla provincia di Arezzo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Siamo in Romagna, per una ormai quasi centenaria deformazione geografica, derivante dall’allora gestione politica, nella Romagna toscana. ( W )

Una tabella indica una delle parti della foresta che si va ad attraversare, la foresta biogenetica di Campigna.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dal Passo della Calla la strada scende ripidamente.In Romagna la denominazione varia leggermente diventando: strada provinciale 4R, dove con R penso ci si riferisca alla Romagna. Chissà perchè.

Alla sua destra delle robuste protezioni stanno ad indicare che bisogna avere attenzione nel percorrerla nella discesa.

Siamo a luglio i maggiociondoli hanno fruttificato. I loro suggestivi amenti gialli sono una memoria per l’anno prossimo.

 

Entro in km 26 c’è il bivio per la frazione di Campigna

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Una tabella dà un indirizzo di comportamento per questo luogo. Per chi non lo sapesse, una minoranza, la raccolta del fiore impedisce, al di là della privazione di un piacere estetico, anche il miglioramento della specie.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si giunge al bivio per Campigna, località di accoglienza alberghiera e culinaria molto apprezzata dai romagnoli che salgono, sfuggendo alla calura della piana sottostante.

Per curiosità, dalla parte opposta, si nota una tabella che riporta ancora la classificazione della strada, prima della modifica romagnola o, forse, i chilometri mancanti al versante toscano, anche se la distanza non torna.

Mi sollecita un’osservazione: ma perché è stata modificata la numerazione? Non poteva restare 310 del Bidente, lato romagnolo, tanto più che il Bidente interessa più la regione dell’est?  Sicuramente vi saranno state delle valide motivazioni amministrative. La faccenda lascia, comunque, un leggero sorriso interiore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il km 27 è ricoperto di licheni, forme viventi che, sicuramente, superano la quantità delle piante ‘superiori’. A me danno il senso del mistero per la loro combinazione tra alga e fungo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Proseguendo si incontrano, nel km 27, dei fabbricati con una decadente cosa cantoniera. Un bel magazzino nuovo e del colore che richiama, in un certo qual modo, il rosso pompeiano delle vecchie cantoniere.

FOTO NON SALVATE DA FOGLIO GOOGLE

Il paesaggio si va modificando. Le foreste si sono diradate e si osserva un ambiente con rocce più visibili e con piante che si adeguano, secondo la loro naturale capacità di adattamento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Reti a sinistra trattengono roccia friabile

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La strada scende sempre molto tortuosa

A sx le rocce mostrano tutta la stratigrafia molto friabile

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pini neri sovrastano le rocce.

Dall’altra parte la fitta foresta

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

È un percorso molto piacevole. Silenzio se non il frinire delle cicale. E attorno il grande respiro della foresta.

 

Km 35

 

 

 

 

Km 37 Corniolo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In Corniolo do un’occhiata a questa chiesa rifatta con gusto e memoria.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Poco oltre si trova questo strano lago

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(W)

 

Scendendo le foreste rimangono distanziate dalla strada e si percorre un ripido e tortuoso percorso lungo il quale ritorna ben presente l’attività umana

Nel km 41(?) fraz di Berleta

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La tabella di saluto della Val Bidente

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Bidente ci accompagna a destra

Le rocce romagnole con le loro stratificazioni che, qui, appaiono in tutta loro evidenza. Stati su strati, secoli. Alberi coraggiosi vi campano sopra.

 

 

Al km 44 Fraz Cabelli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In questa frazioncina vi sono delle belle costruzioni ben restaurate in pietra

(V frazione

Non so per quale ragione le due ultime frazioni incontrate hanno le tabelle rosse.

 

Lago di Ridracoli (W

Entro il km 48 troviamo queste cose interessanti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(W)

 

Vie tematiche

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Poco lontano ingresso S Sofia poco prima km 50

 

Basse colline attorno

 

 

 

Il Bidente a S Sofia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Qualche immagine di S.ta Sofia

 

 

Il municipio

 

 

 

Chiesa di Santa Lucia

 

 

Targa plebiscito popolo toscano che ci fa sapere che qui una volta era Toscana

 

 

Lasciata a S Sofia si continua per la 4.

La strada ritorna nella campagna con gli alberi ‘ introdotti’ robinie e ailanti

Entro il km 56 si incontra Pianetto con il bel complesso del museo civico Monsignor Domenico Mambrini.

 

 

 

 

 

 

Scorcio di Panetto

 

Trovo anche ciò che per me è un recupero rispettoso del luogo

 

 

Siamo nel comune di Galeata

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lasciata Galeata la strada prosegue con la stessa tipologia di zona molto antropizzata.

Dopo il lungo ponte sul Bidente si incontra Civitella di Romagna entro il km 60.

 

 

Sotto un bellissimo esemplare di Populus tremuloides.

Proseguendo stesso paesaggio rurale con corona di basse colline.

Km 66 Cusercoli.

 

 

 

(Vedere)

 

Dopo Cusercoli le colline diventano sempre più basse e decisamente meno boscose fino a Scomparire in un orizzonte opaco con molte piccole attività.

 

Si passa Gualdo minuscolo abitato.

Al km … si arriva a Meldula alle porte di Forlì.

 

 

 

 

 

 

 

 

Monumento Meldola

 

 

 

 

Mi fermo a fare qualche foto all’uscita di Meldola

 

Prima un bar con facciata dal colore stupendo.

Poi rotonda con la sp 4 in mezzo ai campi direzione autostrada dove ti manda il navigatore

Uscendo e voltandosi verso Meldola il cartello col nome dialettale

In un posteggio vicino proposte turistiche.

 

 

Alla seconda rotonda della tangenziale di Mendola si va per Forlì

 

 

Si va verso Forlì.

Nasceranno le solite problematiche con i nomi interni delle città

Si entra in via Decio Raggi dopo una rotonda rurale con vitigno nel centro.

 

 

 

Si entra in via Decio raggi

Frazione di Carpena.

Frazione di Bussecchio.

Forlì

Al km 87 si entra in Forlì proseguendo per la lunghissima via D. R.

 

Si viene accolti dalla Fortezza.

Dopo questa imponente costruzione militare cerco lungo la via il termine della strada del Bidente ma non trovo traccia del suo reale termine. Forse ha fine dove comincia la città di Forlì.