Strada provinciale 17 Alto Valdarno

Poco prima del km 10 + 500 della strada regionale 69, c’è il cartello della frazione di Leccio nel comune di Reggello.

All’altezza di questo segnale, a destra, c’è un grande outlet di marche internazionali di livello.

Poco dopo il km 11, sulla stessa regionale, c’è la deviazione, a sinistra, per il piccolo borgo di Leccio. Su questa strada incontro il km 0 della provinciale 17, denominata ‘Alto Valdarno’.

Alla destra della strada scorre un fossato, il Borro di Leccio. Al di là del fossato c’è una serie di vecchie costruzioni, in parte restaurate e molte in rovina. Le costruzioni restaurate danno un’idea di quale risultato sarebbe ottenuto, se tutto il piccolo patrimonio di costruzioni venisse riportato a nuova vita.

Si possono prendere ad esempio i due ponticelli che passano sopra il piccolo corso d’acqua.

A questa altezza, sulla sinistra, c’è il centro della frazione, piazza Manin.

Se a qualcuno interessasse avere delle informazioni delle informazioni su questa piccola frazione si può consultare l’URL it.wikipedia.org/wiki/Leccio.

Una piccola frazione che conserva, celato da un parco, uno dei tesori dell’architettura eclettica della fine dell’ottocento: il Castello di Sammezzano. Attualmente la dimora disabitata, proprietà di una qualche società, è chiusa al pubblico e recintata da una rete da cantiere, video sorvegliata, abbandonata. Si può averne una congrua serie di note, anche storiche, precedenti all’edificazione dell’imponente struttura sulla pagina it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Sammezzano.

Se poi si vuole rimanere aggiornati su una qualche iniziativa, ci si può collegare al sito http://www.sammezzano.org/.

Sarebbe necessaria una deviazione rilevante per giungere a questo luogo, dall’indiscutibile fascino, anche solamente per ammirare le piante trapiantate nel grandissimo parco circostante, anch’esso in forte stato di abbandono, tra le quali le imponenti sequoie.

Ma devo proseguire perché è una strada che devo percorrere, invitando altri ad andare a visitare questi luoghi, indicati con brevi accenni.

Oltrepassata la piazza si trova, sulla destra, la chiesa di S. Salvatore. Per dei ragguagli su questa costruzione si può vedere www.visitreggello-tuscany.com/storia-architettura/le-chiese/san-salvatore-a-leccio/.

S. Salvatore al Leccio SP 17 Alto Valdarno

Subito dopo ha termine la frazione.

Sul cartello corrispondente, come ingresso al paese, si possono notare gli adesivi della tifoseria della squadra ‘del cuore’.

La strada, inizialmente, va per una piana coltivata. La strada prende a salire dolcemente per poi assumere un andamento con una più decisa pendenza. Ad un certo punto, sia a sinistra che a destra, si possono vedere due colture di noci.

Dopo il km 2, la strada si inerpica verso il capoluogo comunale con curve strette, tra alte pareti di arenaria compressa nei millenni che, talvolta, si sfaldano provocando qualche interruzione sulla strada e lavori di ripristino.

Queste terre che si sfaldano provengono dalle formazioni delle cosiddette Balze.

Si possono attingere delle notizie su queste particolari superficie agli indirizzi
www.lamiabellatoscana.it/2012/05/le-balze-di-reggello e www.visitreggello-tuscany.com/aree-naturali/balze/.

La flora lungo questo strada è composta da bosco misto di latifoglie e qualche aghifoglia, come questo abete rosso visto al km 2. Sarà stato forse un trapianto di qualche ‘albero di Natale’?

E’ piacevole per me mandare il lettore a saperne di più sulle piante incontrate; per questa essenza si può consultare la pagina www.actaplantarum.org/flora/flora_info.php?id=180. (a)

Poco prima del km 3, a destra, vi è uno slargo che consente una sosta per osservare meglio le Balze.

Queste formazioni sono friabili e le piogge le fanno franare. Necessitano, quindi, di lavori di ripristino e vi sono delle barriere lungo strada, che, in qualche tratto, la proteggono dalle frane.

Si vedono più avanti a sinistra a ridosso della strada, dei muri di contenimento per le costruzioni in alto, edificati, suppongo, per salvaguardarle dalla frantumazione del terreno.

Dopo il km 4 si possono vedere le colture di olivo che, come vedremo, e come abbiamo annotato per altre strade che portano a Reggello, costituiscono una risorsa e un pregio.

Dopo questo chilometro, a sinistra, abbiamo una veduta sul Pratomagno

Incontro, poco oltre, la frazione di Cancelli. Dalla strada antistante la piazza, che si vede in foto, si ha una bella veduta sulla sottostante piana del Valdarno.

Frazione di Cancelli SP 17 Alto Valdarno
Frazione di Cancelli

Al km 5, quasi al termine di questa frazione, a sinistra vi è la strada che porta a santa Margherita a Cancelli.

Si può dare un’occhiata a questa chiesa che necessiterebbe di un piccolo restauro esterno.

Santa Margherita a Cancelli

Qualche notizia si può avere dalle pagine www.visitreggello-tuscany.com/storia-architettura/le-chiese/santa-margherita-a-cancelli/ e it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_Santa_Margherita_a_Cancelli.

Oltre a quanto descritto da queste pagine, all’interno, noto un piccolo organo dalla fattura, per me, singolare. Cercando nella Rete, nel gigantesco sito wikimapia.org, leggo che questo organo è del 1697 ma, quasi certamente, ha subito molte modifiche.Organo Santa Margeita a Cancelli

Prima di giungere al capoluogo si passa su un lungo ponte che fa parte di un’ampia curva. Non ho ancora verificato cosa scorre sotto questo alto ponte.

Dopo questo ponte, ai lati della via, vi sono file di tigli e platani molto vicini alla sede stradale, potati a candelabro. Sono pieni di cicatrici conseguenti alla potatura. Qualcuna di queste piante ha i rami capitozzati da cui usciranno rami secondari, fragili, ricoperti di foglie, appressate le une alle altre, per recuperare la superficie persa nell’innaturale estensione della branche.

La necessità avvertita da parte delle amministrazioni di aumentare le aree a verde, è entrata in conflitto con la naturale evoluzione del vegetale per un errore progettuale iniziale, abbastanza diffuso: le piante vanno viste con gli occhi di venti, trenta anni dopo e non con quelli del momento della messa a dimora.

Alberi come il tiglio ed il platano sono destinati ai parchi. La costrizione in luoghi angusti porta il gestore del bene pubblico a pratiche quasi d’emergenza, seppur doverose.

Comunque sia, le piante sono esseri pazientemente adattabili.

Questa teoria di piante include il km 7 alla cui altezza vi è l’ingresso del capoluogo del comune di Reggello.

Per questo comune è esauriente  la pagina: it.wikipedia.org/wiki/Reggello; consiglierei anche di dare un occhiata alla pagina www.visitreggello-tuscany.com/ che è parte del sito istituzionale.

Reggello SP 17 alto Valdarno
                                                Ingresso di Reggello con la foresta di S. Antonio

All’inizio del paese, a sinistra, vi è un’interessante recupero edilizio di una grande costruzione nel cui cortile scorgo anche una cappella privata. Vi è uno stemma reiterato in varie parti della costruzione: uno scudo con tre palle. Ho fatto lunghe ricerche per questo dettaglio, ma v’è una gran quantità di stemmi a tre palle. Per saperne qualcosa dovrò avere la faccia tosta di domandarlo a qualcuno.

Procedendo verso il centro storico del paese incontro, proveniente da destra, la strada provinciale 87, già esaminata in altra data.

Reggello incrocio SP 17 con SP 87

La provinciale che sto percorrendo ha assunto la denominazione di via Alighieri fino a piazza Roosevelt, dove si trova il municipio.

Lo stemma del comune di Reggello è un piccolo compendio di storia. Se ne può trovare la spiegazione araldica su www.visitreggello-tuscany.com/a-proposito-dello-stemma/. Altre fonti riproducono, sostanzialmente, la medesima esposizione. Esiste una pubblicazione dedicata a questo tema, ‘L’ orso e il leone. Lo stemma del Comune di Reggello: alla scoperta di un enigma’. (1)

Reggello municipio

Se si passa davanti al municipio, girando a sinistra, si giunge nella piazza Potente con i suoi piccoli portici  e le vecchie costruzioni del nucleo originario del paese.

La piazza è dedicata al giovane partigiano Aligi Barducci detto Potente.

La sua pagina Wikipedia è questa: /it.wikipedia.org/wiki/Aligi_Barducci.

Noto anche l’edicola del ‘Madonnino’ nella stessa piazza, con una piccola targa, in basso alla sua destra, che parla di un ripristino nel 2015.

S può avere qualche notizia su questo centro dalla pagina: www.visitreggello-tuscany.com/cosa-vedere/centro-storico/.

Torno sui miei passi e riprendo la provinciale che dal municipio cambia nome, via dei Setteponti, una strada storica della zona che si sviluppa nel comune e prosegue oltre, parte di un antico tracciato.

Reggello via Setteponti

La strada passa su un ponte molto alto, sopra un’incisione profonda nella roccia, scavata dal sottostante torrente Resco.

Reggello ponte nuovo sul Resco

Reggello torrente Resco dal ponte nuovo

Per questo torrente c’è una pagina: it.wikipedia.org/wiki/Resco_Simontano.
Altra pagina interessante per lo stesso corso d’acqua è: www.reggellonatura.it/articles.asp?id=17&page=2.

Oltre questo ponte continua questa via dei Setteponti che, a quanto ho capito, copre per un tratto, una delle strade romane, la Cassia vetus.
E si ritorna alle stratificazioni storiche.
Dopo il tratto iniziale della provinciale, passante dentro il fondo eroso del lago preistorico che ricopriva tutto il Valdarno superiore, ora abbiamo una strada che sta passando sopra un’altra strada che, a sua volta, avrà delle stratificazioni intermedie.

Viaggio fantasticando, attraverso tempi e luoghi, come su un tappeto quantistico.

Ritorno con le ruote sulla strada reale e oltrepasso il ponte.

A sinistra, su via Pio La Torre c’è un punto informativo, una grande tavola sotto un tettuccio, con la pianta della foresta di S. Antonio che si innalza sopra l’abitato. Sono riportate anche delle note riguardante questo habitat che, qualche anno fa, ha subito un grave incendio, un vulnus deprecabile.

Se qualcuno volesse qualche notizia su questa foresta si diriga su www.lamiabellatoscana.it/2015/09/nel-verde-della-foresta-di-santantonio.

Reggello foresta di S. Antonio

Dal sito toscanareggelloturismo.altervista.org apprendo che, al suo interno, vive una pianta magnifica, il Faggione di Prato a Marcaccio. Non ho ancora percorso il sentiero che vi ci porta ma mi riprometto di farlo per salutarlo e ringraziarlo per l’aria che ci dona.

Il faggio è una delle essenze che amo di più; Fagus sylvatica, questa la sua scheda: www.actaplantarum.org/flora/flora_info.php?id=3132.

Se paragonassi le foreste a delle costruzioni sacre occidentali, vedrei la faggeta come una cattedrale gotica, aerea, con il vuoto strutturale e le aperture che offrono giochi di luci ed ombre emozionanti.

E’ anch’essa il nostro respiro. L’incendio che la distrugge è un simbolo della nostra sconfitta.

E questa è un’immagine del luogo ferito nella foresta di S. Antonio, qualche anno dopo l’incendio.

Mi sono perso in un’altra divagazione emotiva, da cui rientro, per continuare il percorso.

La provinciale 17 si sta dirigendo verso il suo termine.

La strada ora percorre un tratto più tranquillo di quello che l’ha trascinata su a Reggello.

Passa tra aree di bosco misto, colture di olivi con una veduta, al km 9, della chiesa romanica di S. Pietro a Cascia.

Per avere qualche notizia sulla pieve: www.visitreggello-tuscany.com/cosa-vedere/pieve-di-cascia/.

Pieve di Cascia dalla Setteponti

Persone percorrono la strada, in bicicletta o correndo a piedi, per ritemprarsi.

 

Arrivo, infine, all’ultimo chilometro della provinciale, sempre come via dei Setteponti.

Ma questi sette ponti dove saranno?

Continuo, andando su strati di storia, ora asfaltati ma non per questo dimenticati, anzi trattati in molti luoghi virtuali, uno dei quali è il blog veramente vivo di Sandro Fabrizi. E questa è la pagina dedicata alla strada www.lamiabellatoscana.it/2015/04/la-strada-dei-setteponti-e-tutti-i-suoi-tesori.

Ultimo km SP 17 Alto VAldarno

Sempre dentro il chilometro 11, troviamo l’indicazione per un luogo del bel vivere ma anche per un monumento nazionale. La rete è colma di notizie, offerte commerciali, notizie storiche di questo luogo.

Ed eccomi arrivato ad un confine tra due amministrazioni, quella della Città metropolitana di Firenze e della provincia di Arezzo che si annuncia con il comune di Castelfranco-Pian di Scò.

E qui la provinciale confluisce senza soluzione di continuità nella provinciale 1 della provincia di Arezzo, detta dei Setteponti.

Qui sotto dovrebbe esserci anche la Cassia Vetus, l’antica Cassia, almeno una sua parte.

Vagliando la Rete, per ora, non sono riuscito a capire, con certezza, dove il tracciato dell’antica via si intreccia con la Setteponti e con quello contemporaneo.

Da qualche parte ho letto che, sotto la Cassia vetus, dormirebbe una strada etrusca.

Delle interessanti osservazioni possono essere lette alla pagina www.ilbelcasentino.it/valdarno-cassiavetus-setteponti.php dell’ottimo fotografo Alessandro Ferrini.

Un altro suggerimento utile sarebbe la consultazione della pagina tuttatoscana.net/storia-e-microstoria-2/cassia-vetus-da-arezzo-a-firenze/. Da qui apprendo che sotto una parte della Cassia vetus dormirebbe una strada etrusca, strato su strato.

Do un’ultima occhiata al confine comunale, da cui sono provenuto, che si presenta con un ingresso orgoglioso del suo patrimonio di fatiche e risultati.

Poi, giro il mio mezzo di trasporto e ripercorro la strada descritta con una relazione ondivaga.
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Itinerario Google maps


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(a) pagina consultata lo 08 novembre 2019

BIBLIOGRAFIA
(1) Valentina Cimarri, Maria Italia Lanzarini , Gabriella Pasquali  – L’ orso e il leone. Lo stemma del Comune di Reggello: alla scoperta di un enigma – Ed. L’Ancora (Viareggio) 2019

RINGRAZIAMENTI
it.wikipedia.org
www.visitreggello-tuscany.com
www.lamiabellatoscana.it
www.actaplantarum.org
www.reggellonatura.it
www.ilbelcasentino.it
tuttatoscana.net

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